Game of Thrones: Approdo del Re attraverso gli occhi di Tyrion

di Mauro Di Stefano

Affrontare a piene mani il mondo di Game of Thrones, la fortunata serie tv tratta dai romanzi di George R. R. Martin, non è una cosa semplice.
Vuoi la grandissima mole di personaggi, vuoi gli intrecci narrativi che si diramano tra di loro formando una trama complessa e minuziosa, questa serie tv creata da Benioff Weiss sicuramente può essere solo recensita in minor parte in un solo articolo, creando la scomoda situazione di tralasciare dettagli importantissimi.
Dunque oggi invece che una recensione generale, ve ne propongo una molto più centrata, dedicata ai fan già accaniti della serie e nella speranza che chi non ha avuto a che fare con questa magnifica produzione, si incuriosisca ed approfondisca iniziando a guardare la prima stagione.
Nelle prossime righe si parlerà della quarta stagione in corso, di alcune new entry nel cast ma soprattutto dei grandi talenti che stanno confermando la loro predominanza sulla scena, in primis il personaggio di Tyrion interpretato da Peter Dinklage.

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Quest’anno Sky ha avuto la brillante idea di aprire un canale solo per le grandi serie tv, tra House Of Cards e Boardwalk Empire troviamo la quarta stagione di Game of Thrones in due comodi formati: il primo quasi in linea con le uscite negli Usa, rigorosamente in sub ita; il secondo in lingua italiana con una settimana di ritardo.
Ovviamente i più accaniti della serie non si accontentano di aspettare un paio di giorni per l’uscita della puntata sul canale via cavo, decidendo di affidarsi ai vari servizi streaming sub ita proposti da alcuni superfan che traducono quasi in mezza giornata la puntata trasmessa la domenica negli Usa.
Seguendo la programmazione streaming, siamo arrivati alla 04×07, oltre il giro di boa di metà stagione (una di Game of Thrones è formata da dieci puntate).
La Hbo, dopo questa puntata, ha deciso di prendere una breve pausa in vista del Memorial Day, fermando la distribuzione e lasciando molte situazioni in sospeso e facendoci assalire da molti quesiti.
Questa “pausa” però, non deve essere vista come qualcosa di nocivo, bensì un’opportunità per riordinare le idee ma soprattutto apprezzare con una seconda visione la prima metà della quarta stagione, che ci ha donato momenti intensi e grandi colpi di scena.
Protagonista indiscusso, come citato prima, è Tyrion che dopo le nozze di suo nipote Joffrey e la sua morte per avvelenamento, è stato accusato di omicidio da parte della regina Cersei.

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Tra la sesta e la settima puntata, abbiamo assistito ad una trasformazione totale del personaggio, ormai stanco dei soprusi e dei continui attacchi da parte della sua famiglia.
La carica emotiva del personaggio è così forte che molti come il sottoscritto sono riusciti appieno a calarsi nei suoi panni, condividendo le sue sofferenze.
Rimasto solo al banco dell’imputato, Tyrion si vede contro l’intera città, la sua famiglia, suo padre in veste di giudice ma soprattutto Shae, la prostituta di cui si è innamorato, che lo tradisce raccontando bugie sul suo conto.
Tyrion, colpito duramente dal tradimento della donna che ama e dall’ingiustizia delle accuse sulla sua colpevolezza, esplode, facendo crollare gli scudi che si era formato da una vita, l’ironia ed il sangue freddo che ci ha dimostrato per tutte le stagioni della serie tv.
Ed è qui che Dinklage ci propone un interpretazione da urlo, un monologo colmo di rabbia, di delusione, di odio verso l’intera comunità di Approdo del Re, dopo una vita di soprusi e cattiverie; Tyrion sfoga il suo odio verso Cersei, verso la sua famiglia, verso la giuria, e conclude ammettendo la sua innocenza, anche se la morte di Joffrey gli ha reso più piacere di andare a letto con cento donne (una chiara frecciatina a Shae).

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Per molti può essere sembrata un’interpretazione semplice, dato che Dinklage è affetto da nanismo anche nella vita fuori dal set di Game Of Thrones, sbagliandosi clamorosamente.
Il famoso attore ha sempre ammesso di essere molto in pace con sé stesso e con la sua condizione, anzi, l’ha sfruttata per farsi strada nel mondo del cinema, basta guardare alcune pellicole come Funeral Party, Elf, Le Cronache di Narnia, persino i cameo in serie tv come 30 Rock Nip/Tuck.
Dinklage con questa interpretazione non ci ha fatto solo capire l’importanza e l’introspettiva di un personaggio importante, ma anche tutto il contorno che gira intorno a Tyrion, dimostrando che Approdo del Re è un regno corrotto sin nelle sue radici, nell’assenza del valore della famiglia, nella discriminazione e nell’ipocrisia.
Nel valore dell’amore infranto dagli interessi materiali.
L’unico personaggio vicino alla situazione di Tyrion è suo fratello Jaime, mosso da sincero affetto fraterno.
Ma non è il solo uomo vicino al “Folletto”.

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Il Principe Oberyn (interpretato da Pedro Pascal) entra in scena in questa quarta stagione diventando uno dei personaggi preferiti in assoluto.
Ironico, cinico, lussurioso ma con un grande valore del popolo e della famiglia, Oberyn alterna la sua calma stoica con giuramenti di morte stretti tra i denti, rendendosi un buon ospite di Approdo del Re ma conservando l’astio per la casa Lannister.
In Tyrion rivede la causa del suo dolore per la sorella uccisa ingiustamente… ma scorge anche tanto odio per i Lannister e per Approdo del Re, cosa che unirà i due personaggi nello stesso destino.
Evitando vari spoiler, non possiamo far altro che aspettare le prossime puntate per seguire lo svilupparsi della vicenda, sicuri del fatto che Game of Thrones è diventato sintomo di qualità, e non parliamo soltanto di effetti speciali e grandi ambientazioni, stiamo mettendo in luce anche grandi interpretazioni di attori che portano in scena terribili piaghe sociali perfettamente riconducibili anche al nostro di mondo, e non solo quello medievale/fantasy nato dal genio di Martin.
Per chi invece ha letto di sfuggita il tutto ed è rimasto incantato da questi personaggi senza conoscerli… buon viaggio verso Approdo del Re!